La speleologia è quell’insieme di discipline scientifiche che studiano le grotte.
Gli speleologi sono quindi coloro che esplorano e studiano il mondo sotterraneo.
Siamo praticamente gli ultimi esploratori su questa terra. Ormai dal cielo possiamo vedere e studiare tutta la superficie della terra, solo le profondità marine e le grotte sono rimaste “terra incognita”. E se le profondità marine non sono alla portata di tutti, di grotte da esplorare ne troviamo anche a pochi km da casa nostra. E non si tratta di esplorare solo uno spazio fisico già di per se particolare in quanto vi regna la più totale assenza di luce. Ha anche un’altra particolarità. Le grotte si sviluppano in uno spazio tridimensionale. Non ci muoviamo più solo sulla superficie della montagna, siamo dentro, tutte le direzioni sono buone per trovare nuove vie. C’è una montagna qui in Apuane, il M.Corchia, che neanche in un paio di km² in pianta e 1200 metri di dislivello contiene oltre 60 km di grotta esplorata. Ma ipotizziamo da stime sui volumi d’aria circolanti, che ne contenga almeno il doppio.
Un’altra importante particolarità delle grotte è che sono degli ottimi archivi del tempo che fu, in quanto temperatura e umidità sono costanti e ci sono pochissimi agenti, a parte l’acqua, che possono danneggiare ciò che è riuscito in qualche maniera ad entrare. Pollini, spore e altre piccolissime particelle che sono entrate insieme all’acqua, si sono depositate nelle concrezioni e li sono rimaste imprigionate anche per milioni di anni. Questo ci permette di studiare le condizioni climatiche di quei lontanissimi periodi storici.
La speleologia esplora anche altri confini che difficilmente potrebbero venire in mente. Eccoli.
Paleontologia: si studiano le ossa degli animali che casualmente sono finiti dentro una grotta, cascati e/o portati dall’acqua, o di quelli animali che hanno abitato stabilmente le grotte, come “Ursus spelaeus ”
Paletnologia e archeologia: si studiano i resti i umani sia preistorici che storici. Le grotte sono state utilizzate nella maggior parte della storia dell’uomo sia come “casa” che come luogo di culto. Resti umani di 1,5 milioni di anni fa sono stati rinvenuti in una grotta del Caucaso.
Biologia: si studia come il buio perenne ha influenzato, e quindi fatto adattare, specie animali che si sono riparate nelle grotte durante le glaciazioni. Adesso non hanno più gli occhi, hanno antenne lunghissime e sono depigmentati. Viene poi studiato lo scambio energetico in assenza di luce. Molto limitato invece il mondo vegetale presente in grotta.
Psicologia: la NASA negli anni 60 ha finanziato studi sulla lunga permanenza in grotta di singoli o piccolissimi gruppi completamenti isolati dall’esterno, in un ambiente “atemporale” a causa della mancanza del ciclo solare. Cercavano di capire cosa poteva succedere in caso di lunghi voli spaziali.
Medicina o per meglio dire “speleoterapia”: ci sono alcune grotte turistiche che sono state utilizzate per fare studi su malattie polmonari e allergie. L’aria di grotta, sia che sia fredda che sia di origine termale e quindi calda, è particolarmente pura e con umidità di quasi il 100%.
Ingegneria: si studiano i grandi vuoti. Esistono sale sotterranee enormi, anche con lati di 600 metri e alte svariate centinaia di metri. Le cavità vengono inoltre studiate come luoghi di stoccaggio o per costruzioni strategiche. Inoltre ci sono gli studi inerenti all’adattamento delle grotte per l’uso turistico, sia per le strutture per permettere il passaggio, come passerelle e ponti, che per l’illuminazione.
Fisica: è solo da pochi gli anni che si è capito che la meteorologia e climatologia ipogea, che coinvolge milioni di metri cubi di aria satura di umidità, è importantissima nello sviluppo delle cavità. Esistono grotte la cui temperatura non supera mai lo 0°, altre dove la temperatura raggiunge anche i 50 gradi.
E come dimenticare tutto quello che riguarda la geologia, che possiamo dividere in tante branchie: geomorfologia, geochimica, geofisica, idrogeologia, mineralogia, sedimentologia, stratigrafia, geologia strutturale, vulcanologia. E fra tutte queste discipline, la cosa che di sicuro è più interessante per lo speleologo, e che ha anche maggiori ricadute sulla collettività, è lo studio dell’acqua che percorre le grotte. Per lo speleologo perché neanche si può definirsi tale chi non si interessa al dove e al come quest’acqua scorre, e alla collettività in quanto moltissima acqua oggi usata per uso idropotabile proviene da bacini carsici.